La nostra azienda nasce nel dopoguerra, tre generazioni fa, da mio nonno Enrico Lolli che sfrutta le sue abilità manuali, barattandole con alimenti di vario genere, per necessità. Inizia riparando ascensori e altri oggetti meccanici, tra cui macchine da cucire e, poco dopo, visto il suo talento, decide di aprire una bottega in zona Tor Pignattara, scegliendo come primo logo la lupa, in onore dei suoi figli, Romolo e Remo, ovvero mio padre e mio zio.
Si specializza nel settore delle macchine per cucire: dalla riparazione alla vendita, trattando marchi come Vigorelli, Borletti, Singer, Necchi. La nostra azienda diventa il terzo polo sul territorio laziale, che compete con la vendita classica, effettuata da concessionarie ufficiali, e con la storica Pfaff.
Negli anni ‘60 mio padre Romolo incontra un imprenditore del Veneto, uno dei più grandi costruttori italiani di macchine per pelletteria, la Omac di Padova .
Con lungimiranza, Romolo Lolli decide di ampliare la gamma di vendita dell’attività di famiglia; queste macchine, infatti, servono agli artigiani della pelletteria e della calzatura per lavorazioni molto complicate, attività che a Roma, all’epoca, non svolgeva nessuno.
Il successo è immediato, il settore della pelletteria romana decolla, frutta immediatamente e la ditta Lolli diventa leader nel settore in tutto il Lazio.
Oggi sono io a portare avanti l’attività di famiglia, mi chiamo Enrico e sono il figlio di Romolo. Grazie a una rete di conoscenze ampie, e a clienti emigrati all’estero, ho portato l’azienda al di là delle frontiere, lavorando in Europa dell’est, Sud America,Africa e India.
Abbiamo collaborato a molti progetti delle le Nazioni Unite, grazie a cui abbiamo fornito macchine per cucire ad artigiani e scuole di formazione in zone depresse e povere, come il Niger e il Burkina Faso.
Inoltre, ho ampliato la vendita di accessori per macchine da cucire e per pelletteria,studiando insieme ai miei clienti le soluzioni migliori, promuovendo lo sviluppo manifatturiero nella città di Roma, affinché l’artigianalità e il Made in Italy non vada mai perduta ma bensì tramandata a giovani imprenditori e artigiani.